Famiglia STORTI


STORTI: non molto diffuso, dovrebbe derivare da un soprannome originato da un difetto fisico o del portamento. Il primo Storti registrato nei libri di matrimonio della parrocchia di Castelnuovo Magra risulta essere tale Bartolomeo di Antonio da Sarzanello coniugato il 30 luglio 1668. La storia di questa famiglia, secondo le testimonianze più recenti, ha inizio con un gruppo di fratelli che a metà del 1800 abitavano a Sarzana; erano parenti di Don Giuseppe, che ancora oggi viene ricordato per la sua opera pastorale svolta a Vezzano Ligure in qualità di parroco. Uno dei fratelli, di nome Giovanni, aveva sposato Clementina Bardi di Castelnuovo, proprietaria di terre, nella zona di via Carbonara prospiciente l'attuale teatro tenda. La famiglia nel volgere di alcuni anni si ingrandisce con la nascita di 6 figli i quali, con i rispettivi matrimoni, diffondono questo cognome nelle zone limitrofe di Romito, S. Stefano, Nicola. In questo ridente paesino dell'estremo confine ligure operò in tempi passati il farmacista Oriente Storti presente ancor oggi nella memoria popolare del luogo. Giovanni aveva prestato servizio nell'arma dei carabinieri in età giovanile, e più tardi era stato daziere nel locale ufficio di via Salicello. Dei numerosi suoi figli, ricordiamo in particolare Attilio nato nel 1903 il quale, dopo il matrimonio con Genoveffa Moroni di Predappio, si stabilisce in via Bolignolo nei pressi della stazione ferroviaria di Luni. Molto presto inizia a lavorare presso le locali fornaci Filippi nel reparto presse per la formatura di laterizi; ma allo scoppio della guerra d'Africa parte per il fronte rientrando a casa al termine del conflitto. Lo attende una nuova occupazione presso lo stabilimento Muggiano di La Spezia, allora diretto dall'ing. Dujardin, dove viene assunto come carpentiere in ferro per la costruzione di sommergibili. Si reca in fabbrica ogni mattina pedalando su una robusta bicicletta come tanti operai delle nostre zone; ma deve interrompere tale attività a seguito dei bombardamenti subiti dagli impianti. Le ultime vicende del conflitto lo costringono a spostare la propria residenza verso la zona più interna della campagna castelnovese, lontano dalla linea ferroviaria e dalla via Aurelia, in quel tempo pericolosi obiettivi militari. Così prende dimora nell'antico edificio paterno in via Carbonara. A guerra finita si dedica alla sua passione preferita: quella di suonatore di strumenti a fiato, in particolare flauto e sassofono, nonché di mandolino. Sono tempi in cui esplode la voglia di ritrovarsi insieme e di cercare un qualche diversivo capace di far dimenticare i lutti e gli spaventi del conflitto appena terminato. Ovunque nascono sale da ballo o per meglio dire “balere”, rallegrate dalla musica di bande spesso improvvisate, ma anche animate da una grande passione e soprattutto legate da una viva cordialità fra gli orchestrali. E così troviamo il nostro Attilio impegnato nei vari locali sparsi nella zona: da “Zelindo”, a Molino del Piano, allo “Zena”, a Casano … in compagnia di altri musicisti come lui appassionati di musica ed entusiasti di quelle esperienze. Ne ricordiamo alcuni; “Arturo” (violino), “Manarola” (alias Silvio Celsi), “Carlin” (chitarra), “Vitò” (contrabbasso), “Auro” (tromba) ed altri ancora fra cui il figlio Lido (fisarmonica, sassofono e batteria). Attilio Storti ha ricoperto incarichi politici presso il comune di Castelnuovo, essendo stato consigliere per il P.S.I. durante l'amministrazione Morachioli, ricevendo a tale riguardo una targa di pubblico riconoscimento. Il figlio Lido è nato nel 1928. Dopo il conseguimento del diploma di motorista navale è entrato nella Marina Mercantile percorrendo tutta la carriera come addetto alle macchine: da allievo motorista a direttore di macchina, grado ottenuto a 33 anni. Ha navigato su tutti mari acquisendo una invidiabile esperienza non solo di lavoro, ma anche umana. Sbarcato definitivamente dopo 40 anni di attività, ha ricevuto la medaglia d'oro per la lunga navigazione. Sposato con Morachioli Giuseppina (Pina) ha una figlia, Simonetta, laureata in lettere antiche col massimo dei voti presso l'ateneo pisano. Simonetta, studiosa di archeologia, ha partecipato con l'università di Pisa a importanti campagne di scavo nel pisano, in Sicilia e altrove, redigendo studi e pubblicando articoli comparsi sulla enciclopedia UTET e su vari testi specializzati.

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