Storia


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Il cognome è il nome di famiglia o casato che si mantiene in tutti i rami, da padre a figlio. Nelle antiche civiltà l'uso dei cognomi non esisteva nel senso da noi conosciuto. Presso gli Ebrei si usava l'appellativo “bar” che significava “figlio di” (es. David bar Josef Davide figlio di Giuseppe) . I greci univano al nome proprio quello del padre e, a volte, il luogo di origine. Gli antichi romani adottavano un sistema più articolato: il cittadino romano del primo ceto aveva tre nomi, il praenomen, il nomen e il cognomen. Il praenomen era il nome personale, il nomen era proprio della gens a cui apparteneva la famiglia, il cognomen indicava la famiglia all'interno della gens. Ad esempio Marco Tullio Cicerone era un uomo di nome Marco, appartenente alla gens Tullia e alla famiglia dei Cicerones. Il nome gentilizio e il cognome, col tempo divennero ereditari.

Con la caduta dell'Impero Romano, l'uso di cui sopra si estinse e, nell'alto Medio Evo rimase come essenziale solo quello di battesimo. Il bisogno di distinguere persone dello stesso nome portò all'aggiunta di un secondo nome, del soprannome o dell'indicazione del padre o della madre.

Verso la fine del Medio Evo il cognome diventò obbligatorio e intorno alla seconda metà del quindicesimo secolo si prescrisse ai parroci di tenere i registri con i nomi dei nuovi nati all'atto del battesimo, compreso il nome del padre e della madre.

La maggior parte di cognomi castelnovesi deriva dal nome di un personaggio importante, certamente il più rappresentativo della famiglia come ad esempio: Albani, Aliboni, Angelici, Benedetti, Berardo, Bernardi, Costantino, De Angelis, De Gregorio, De Marco, De Maria, Fagiani, Federici, Filippi, Lorenzini, Martini, Orlando, ecc. In alcuni casi il cognome deriva dal nome della proprietà terriera posseduta, dal luogo dove abitavano, dal luogo di provenienza della famiglia come: Bologna, Genovesi, Lombardi, Marciasini, Montebello, Tendola, Tenerani, ecc. Altri castelnovesi devono il loro cognome ad un albero, ad un fiore vicino alla casa del capostipite: Castagna, Palma, ecc. Tra i soprannomi elevati a rango di cognomi ci sono quelli che raffigurano l'aspetto fisico o qualità morali: Belluzzi, Bianchi, Grassi, Musetti, Neri, Novelli, Pagani, Ricci, Rossi, Russo, ecc.

Anche gli appellativi animali furono dati come soprannomi e divennero cognomi: Cavalli, Colombi, Galli, Galletto, Leoni, ecc. Altri cognomi sono derivati da metalli, armi, utensili e da cose: Chiodo, Cipolli, Ferro, ecc. Molti altri sono derivati dal titolo, dalla carica o dalla professione esercitata: Barbieri, Carbonaro, Conti , ecc. Nei documenti antichi i cognomi venivano usati nella forma singolare come per esempio: Donato, Marco; la desinenza “i” del plurale nacque in un secondo tempo per indicare l'intera famiglia: Donati, Marchi; oppure veniva posto dopo la particella “Di o De” così che diveniva: Di Donato, De Marchi. Anche l'unione di due o più parole diede origine a cognomi tratti da soprannomi come: Bevilacqua, Defranchi, ecc. Molti cognomi sorsero in maniera spontanea in molti luoghi e in epoche diverse. L'omonimia da sola non significa che tutti i possessori di quel cognome debbano discendere per forza dalla medesima remota stirpe.

I cognomi delle famiglie castelnovesi sono stati rilevati dai libri di battesimo, matrimonio e morte dell'anagrafe di stato civile e della parrocchia di Castelnuovo Magra . Le Iscrizioni nei registri di battesimo, matrimonio e morte nei registri della parrocchia furono rese obbligatorie dal concilio di Trento (1563). Il primo registro degli atti anagrafici del Comune (compilato in francese) risale al 1806, istituito dalla repubblica Cisalpina. E' utile ricordare che durante il periodo napoleonico ed esattamente nel 1806, venne regolamentata con apposite leggi, la tenuta dei registri di nascita, morte e matrimonio presso i relativi Comuni, con la caduta di Napoleone, nel 1815, la situazione ritornò in mano alle parrocchie. Con l'unificazione del regno d'Italia (1871) si istitui l'anagrafe di Stato Civile. Di grande utilità è stata la consultazione del “Repertorio dei libri di battesimo, matrimonio e morte della parrocchia di Castelnuovo distribuito in famiglie” compilato dall'Arciprete Domenico Tancredi, custodito nella biblioteca Nicolò V di Sarzana.

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