Famiglia FREGOSI


FREGOSO

FREGOSI, FREGOSO: nome antico, probabilmente originario della provincia di La Spezia, o forse il nome della famiglia prende origine dal borgo situato tra Granarolo e Begato, nella parte nord ovest di Genova . Il primo Fregosi registrato nei libri di battesimo della parrocchia di Castelnuovo Magra risulta essere tale Antonio di Santo di Barro battezzato il 3 aprile 1564. Le notizie riferiteci dagli attuali eredi di questa famiglia risalgono alla fine del 1800, quando nel 1895 un certo Enrico Fregosi, diretto discendente dell'omonima famiglia castelnovese, acquista una grossa proprietà terriera nella zona di Molicciara ai confini con via Salicello e via Gallico. Possedeva anche un cavallo ed un calesse col quale amava percorrere le solitarie strade della nostra campagna immersa nei verdi silenzi di quel tempo. Dal matrimonio con Brigida Livondi nascono 4 figli: Edoardo, Emilio, Luigi e Attilio. Emilio morirà in Albania all'età di appena 23 anni, mentre era in servizio nell'arma dei carabinieri; pure Edoardo verrà a mancare in età ancora giovanile dopo aver avuto ben 6 figli. Di Luigi vogliamo ricordare che era nonno paterno di Marta, andata in sposa a Nello Fantoni attuale titolare della Luni Gas S.p.A. Ben più lunga sorte verrà riservata all'altro fratello Attilio nato nel 1891 e che morirà ultranovantenne. Attilio, appena raggiunta la maturità, entra nella Guardia di Finanza con sede a Chiavari. Nel 1913 si sposa con Vanello Pietrina che lo rende padre di quattro figli: Enrico Fulvio, Anna Maria (più nota col nome di Adriana), Ilca e Onis, il quale ultimo nasce a Castelnuovo a differenza dei fratelli nati nel comune di Ortonovo. Dopo l'esperienza in Finanza torna alla vita civile impiegandosi in ferrovia in qualità di funzionario presso la stazione di Luni, per passare poi a quella di Avenza. Cambia ancora lavoro, venendo assunto con funzioni impiegatizie presso l'amministrazione comunale castelnovese. Raggiunta la pensione, si dedica a vita privata facendo il mediatore ed interessandosi (avendo acquisito buone conoscenze d'ufficio) alle varie pratiche connesse con le divisioni patrimoniali fra congiunti. Nel 1914 gli era nato il primo figlio, Enrico, ricordato sopra: questi molto presto avverte il fascino della divisa e decide di intraprendere la carriera militare nella quale raggiungerà il grado di ufficiale. Infatti nel 1936 diventa allievo ufficiale, poi tenente ed in seguito capitano. Durante il secondo conflitto mondiale viene richiamato sul fronte africano dove partecipa alle furiose battaglie di Bengasi e di Derna. Capitano del reparto speciale dei “Cacciatori di carri”, varie volte partecipa alle temerarie azioni contro i cingolati avversari, provvedendo a farne esplodere la struttura corazzata per mezzo di mine magnetiche applicate durante il passaggio dei carri sopra le buche, dentro cui si tenevano nascosti i sabotatori. Esse esplodevano con un congegno a tempo. Enrico, richiamato in patria per gravi motivi famigliari, prende servizio a Livorno. Dopo l'Armistizio dell'8 settembre del '43 abbandona la divisa rifugiandosi sui monti dove entrerà nelle file partigiane col comandante Arrigo Pucci. Assumerà il nome di battaglia “Scipione”. Dopo il famoso rastrellamento del 29 novembre del '44 guadagnerà il fronte alleato oltre la linea gotica assieme con molti compatrioti. Terminata la guerra viene richiamato in servizio a Grosseto; ma durante il tragitto effettuato su un automezzo di fortuna, subisce un grave incidente stradale con notevoli ferite al volto che gli segneranno una esistenza difficile. “Scipione” si era sposato poco prima dello scoppio della guerra, ed aveva avuto un figlio, Piero, che oggi esercita la professione di medico dentista in Toscana. La sorella di Enrico Fulvio, Adriana, vive oggi ottantaseienne a Molicciara in via Salicello angolo via Gallico, ricordando con chiarezza un passato lontano; in particolare il suo pensiero va al figlio Enrico, nato, dopo la prima vedovanza, dal secondo marito Augusto Ferrari. Noi stessi vogliamo ricordarlo per le sue particolari qualità. Enrico nato nel 1949 è stato ispirato fin dalla giovane età a pensieri di particolare fede religiosa; ha conseguito la laurea in architettura nel luglio del 1973 presso l'ateneo di Genova onde rendere felice la famiglia che lo desiderava laureato. Ma, appena due mesi dopo il conseguimento del prestigioso titolo di studio, ha preso i voti religiosi entrando a far parte dell'ordine dei frati francescani. Desideriamo chiudere questo capitolo con la breve presentazione di Onis, l'ultimo dei 4 fratelli, non dimenticando l'altra sorella Ilca che è deceduta nel 1930. Onis nasce nel 1930. Frequenta il liceo classico di Sarzana, recandosi a scuola ogni giorno a piedi dalla sua abitazione di Molicciara. Il sopraggiungere della guerra e dei bombardamenti lo dissuadono dal proseguimento degli studi. Coinvolto nei fatti conseguenti alla immediata occupazione tedesca a ridosso dell'Armistizio dell'8 settembre, vive momenti di intensa avventura nel procurare alla famiglia il cibo rubato ai soldati. Ad essi riesce anche a sottrarre armi e munizioni che nell'immediata fase partigiana porta alle prime formazioni che si sono organizzate sui monti. Durante una sua “missione” resta gravemente ferito al braccio sinistro, trapassato da un colpo accidentalmente partito da uno “Sten”. Anche il drammatico rastrellamento del 29 novembre de '44 lo coinvolge risparmiandolo fortunosamente dalla morte. Nel 1960 si sposa con Ghio Vanna e dà inizio all'intensa attività di rappresentanza di stoffe, alle dipendenze di società genovesi, coprendo le piazze liguri e toscane. Oggi, in pensione, vive a Molicciara con la moglie e la figlia Alessandra, laureata in biologia e libera professionista.

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